        Aprile 2023, sembra passata una vita. E, in effetti, lo &egrave;: dall'ultima vittoria ottenuta dalla Honda al presente sono trascorsi due anni, una esistenza quando si parla di MotoGP. Alex Rins e il team LCR firmarono la domenica a stelle e strisce, esibendo una supremazia poi mai pi&ugrave; ammirata. Il catalano e la formazione satellite si sono separati, chi pu&ograve; fare meglio nel weekend in arrivo?  LCR e Alex cowboy in Texas Ricordiamo questo, avendo condiviso il weekend di Austin con Rins e la squadra: "S&igrave;, siamo felicissimi di aver conquistato il secondo posto nella Sprint" le parole di un Lucio Cecchinello in moderato festeggiamento "Alex &egrave; stato bravo, noi gli abbiamo dato una RC213 V agile nelle curve e capace di assorbire le asperit&agrave; del tracciato. Ottima velocit&agrave;, ma domani ci sar&agrave; il Gran Premio. La storia potrebbe cambiare". Saggia prudenza per il manager, ribadita tuttavia dal successo domenicale: "Incredibile" la gioia "ma verissimo, abbiamo vinto! Scegliere le gomme con cura una delle chiavi, al pari dell'intenzione palesata dal pilota: come un mastino, non molla la presa fino alla fine. Mi ha ricordato Cal Crutchlow". Eccezionale impresa, di cui l'Ala Dorata ne sente la mancanza. Quel numero 42 in versione cowboy, colorato da una delle livree pi&ugrave; belle di sempre, regal&ograve; al gigante di Tokio una soddisfazione cercata nel tempo, che da tempo manca. Prevedere un risultato del genere in vista del weekend in arrivo &egrave; dura, per&ograve;... Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; LCR con Zarco in crescita: Austin chiama il francese&nbsp; Definire interessante il principio di campionato offerto dal team LCR &egrave; poco: non solo Johann Zarco ha segnato i migliori piazzamenti assoluti della quattro cilindri nipponica nelle trasferte di Thailandia e Argentina, ma a Termas ha centrato una prima fila in qualifica, correndo con passo da podio o poco meno le due gare sudamericane. Ecco perch&eacute; il francese &egrave; attesissimo negli USA: il doppiamente titolato Moto2 ha mostrato di aver "tra le mani" la RC213 V, attaccando addirittura rivali pi&ugrave; competitive: le Ducati restano il riferimento, anche se moto del team LCR ne ha battute alcune, mantenendo per un po' il passo delle ufficiali.  Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Rins e la M1: feeling da perfezionare, possibilmente presto E di Alex Rins, cosa dire? Da quell'affermazione al presente, ne ha passate di ogni. Infortuni, interventi chirurgici, assenze, cambio di casacca, il doversi riadattare. Sulla Yamaha il catalano deve ancora esprimersi come ha gi&agrave; fatto in MotoGP: vittorie con la Suzuki, impresa sulla Honda.&nbsp; Iwata ha messo in campo anche il team Pramac, a dare man forte ai factory Monster Energy. Fabio Quartararo fu protagonista di un bellissimo terzo posto proprio nel 2023 di Austin, sfruttando egregiamente la copertura Michelin anteriore, sollecitata pesante dai cambi di piega e dalle pendenza del CoTA.       

Alex e il team LCR firmarono l'ultimo successo della RC213 V: il catalano soffre con la Yamaha, mentre la squadra satellite e Zarco crescono

Trionfo di Rins nel 2023: quanto è lontana la vittoria per Honda in MotoGP

        Quando ci si chiede &ldquo;qual &egrave; stata la gara pi&ugrave; caotica della storia della MotoGP?&rdquo; spesso si ripensa al GP di Germania 2014 con Bradl da solo in griglia e tutti gli altri a partire dalla pit lane dopo il cambio gomme da bagnato ad asciutto, stile Hamilton in Ungheria nel 2021. La gara pi&ugrave; caotica per eccellenza dell&rsquo;era moderna della MotoGP &egrave; senza dubbio Argentina 2018: tra cambi gomme all&rsquo;ultimo, Miller da solo con le gomme da asciutto, un buco in griglia, l&rsquo;inversione di Marc per far accendere la sua Honda e le carenate date dallo stesso spagnolo per recuperare dal ride through.&nbsp; Rivediamo insieme tutti i fatti di quel Gran Premio&nbsp;  Contiuna l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Il contesto: Miller in pole e caos prima della partenza  Proprio come quest&rsquo;anno, il GP Argentina era la seconda gara stagionale. Le qualifiche, svoltesi con meteo variabile, hanno visto una clamorosa prima pole in carriera in MotoGP di Jack Miller sulla Ducati Pramac con gomme da asciutto su pista bagnata. Grande fiducia per l&rsquo;australiano in questo tipo di condizioni. Con queste premesse, domenica 8 aprile parte la gara. Tutti i piloti escono dai box con gomme rain vista la pista umida mentre Miller &egrave; il solo ad azzardare le gomme da asciutto. Nonostante la griglia sia gi&agrave; formata e le moto pronte a partire, la partenza viene ritardata per permettere a tutti il cambio moto e passare dunque alle gomme da asciutto, copiando di fatto la scelta dello stesso Miller. Per effetto di questo rientro in massa in pit lane per cambiare le gomme, al momento di rischierarsi in griglia quelli che hanno effettuato le operazioni vengono fatti partire praticamente dall&rsquo;uscita dell&rsquo;ultima curva mentre Miller rimane in pole da solo e con un bel vuoto alle sue spalle.&nbsp; Contiuna l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Partenza: inversione a U di Marquez in griglia e prima penalit&agrave;  Non bastava il caos generato dal cambio moto dell&rsquo;ultimo momento, negli attimi prima della partenza ci si mette anche Marc Marquez a generare scompiglio. Terminato il classico giro di ricognizione, Marc, che scattava dalla sesta casella, fa spegnere la sua RC213V. Lo spagnolo scende dalla moto e la spinge in avanti sulla griglia per farla ripartire; la RC213V si riaccende e Marc si riposiziona sulla sua casella facendo una vera e propria inversione, manovra pericolosa e vietata dal regolamento. Risultato? Ride Through per la pericolosit&agrave; della manovra che gli verr&agrave; comminato durante la gara.  Contiuna l'articolo nella prossima pagina &nbsp; La gara: vince Crutchlow, Marquez show (in negativo)  Miller parte bene cos&igrave; come Pedrosa e lo stesso Marquez, mentre Dovizioso e Rossi rimangono leggermente intruppati alle spalle di Rins, Crutchlow e Zarco. Marc passa Pedrosa a met&agrave; del primo giro e prova ad attaccare Miller, alle loro spalle Zarco attacca Pedrosa e lo passa mandandolo largo. Lo spagnolo in accelerazione perde il controllo della sua moto e viene lanciato per terra, procurandosi la frattura del polso destro. Primo colpo di scena della gara a 19 giri dalla fine con il Ride Through a Marquez per la manovra prima della partenza. Ride Through che sconta subito lasciando la leadership della gara a Jack Miller. Marc rientra in P19 davanti a Bautista. Da questo momento inizia lo show (in negativo) dello spagnolo. Prima la carenata ad Aleix Espargar&ograve; che gli vale un&rsquo;altra penalit&agrave;, il drop one position mentre &egrave; in bagarre con Morbidelli, Luthi e Nakagami. Mentre davanti ci sono Miller, Rins, Zarco e Crutchlow, l&rsquo;interesse &egrave; tutto rivolto alla rimonta di Marc Marquez che, senza il ride through per la manovra in partenza, avrebbe vinto comodamente la gara con oltre 10&rdquo; di vantaggio come sottolineato dai commentatori della MotoGP in fase di telecronaca, visto il ritmo imposto dallo spagnolo durante tutto il weekend di gara. 8 giri dalla fine. Marc &egrave; in ottava posizione in caccia di Andrea Dovizioso e le Yamaha ufficiali di Rossi e Vinales dopo aver passato Rabat e Syahrin. Davanti Miller sempre in testa seguito da Crutchlow, Zarco e Rins scivolato in quarta posizione dopo un errore mentre era primo. Ai -6 dalla fine Crutchlow passa in testa grazie ad un errore di Miller che scivola sull&rsquo;umido e perde tre posizioni, dietro Marquez ha passato Dovizioso e ha messo nel mirino le Yamaha ufficiali di Rossi e Vinales.&nbsp; Ai 5 giri dalla fine il secondo colpo di scena della gara e forse il contatto pi&ugrave; &ldquo;famoso&rdquo; della gara. Marquez arriva a velocit&agrave; doppia rispetto a Rossi nel settore finale e va con la sua classica &ldquo;divebomb&rdquo; da lontano: clash ancora tra i due e nuovamente in Argentina con Rossi che finisce a terra mentre Marc prosegue. Contatto che viene notato dalla Race Direction per una possibile penalit&agrave; post gara.&nbsp; Al traguardo Cal Crutchlow vince la sua terza gara in carriera in MotoGP, la prima dopo la doppietta del 2016, davanti a Johann Zarco ed Alex Rins con Miller quarto. Marquez ruba il quinto posto a Vinales nelle ultime curve. La gioia per Marc &egrave; solo effimera perch&eacute; la Race Direction gli commina 30&rdquo; di Ride Through per guida irresponsabile facendolo retrocedere in P18, per ironia della sorte davanti a Valentino Rossi.&nbsp; Contiuna l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Post gara: Uccio impedisce a Marc di porgere le scuse a Valentino  La gara argentina del 2018 rimane famosa non solo per il clash Marc-Valentino ma anche per la scena forse &ldquo;grottesca&rdquo; di Uccio che impedisce allo spagnolo di chiedere scusa al #46 (avrebbero dovuto farlo Lin Jarvis o Maio Meregalli visti i ruoli manageriali ricoperti nel team Yamaha)per l&rsquo;episodio che li ha visti coinvolti qualche giro prima.&nbsp; Prima Uccio fa segno a Puig ed Alzamora di passare dopo per le scuse mentre a Marc dice: &ldquo;Adesso non venire qui, hai anche la faccia tosta di chiedere scusa?&rdquo; a dimostrazione di quanto la rivalit&agrave; tra i due super campioni non si sia mai fermata.       

In vista del ritorno del GP sul tracciato di Termas de Rio Hondo, ripercorriamo la gara nella quale &egrave; successo tutto ed il contrario di tutto

#RoadtoArgentina: 2018, Marquez fa e disfa nel caos totale

        L'immagine di copertina risale al Gran Premio MotoGP di Argentina edizione 2023, evidemente caratterizzata dal cosiddetto "maltempo". Piovve a dirotto in quel di Termas de Rio Hondo, con acqua a catinelle che infici&ograve; visibilit&agrave; e aderenza. In tali condizioni emerge chi le sa sfruttare, infischiandosene di vedere poco e gestendo lo scarso grip disponibile. Le previsioni meteo del weekend promettono proprio uno scenario del genere.  Bezzecchi e la prima volta in MotoGP: acqua magica Domenica di Termas de Rio Hondo di due stagioni orsono firmata da Marco Bezzecchi, al primo successo in classe regina assieme al team VR46. Con la Ducati il numero 72 si fece largo nel lago argentino, perch&eacute; cos&igrave; ricordiamo il tracciato: allagato da una pioggia battente. Gi&agrave; ottimo il sabato e autore di argento Sprint, il romagnolo condivise palchetto relativo e podio domenicale con outsider, se consideriamo il resto del campionato: Oro e Bronzo per Brad Binder e Luca Marini, seconda e terza posizione occupate rispettivamente da Johann Zarco e Alex Marquez.&nbsp;  Contiuna l'articolo nella prossima pagina &nbsp; MotoGP di Argentina 2025: Giove Pluvio ci metter&agrave; lo zampino? Per quanto visto a Buriram e includendo tutto il 2024, difficile &egrave; prevedere moto diverse dalle Ducati ai primi posti di Termas. In condizioni di asciutto, Desmosedici e piloti promettono di uscire dominatori anche dall'Argentina, seconda tappa delle programmate 22. Per&ograve;, potrebbe piovere, magari con tanto di buio e, giusto per non farsi mancare nulla, raffiche di vento improvvise. Un quadretto spaventoso s&igrave;, per chi odia correre quando il meteo decide di piangere. Oppure, meraviglioso per coloro abbiano le carte in regola per rischiare il tutto o niente. Intravediamo bene "anfibi" quali Jack Miller, Miguel Oliveira, Fabio Quartararo e ancora Johann Zarco. In pi&ugrave;, mai dimenticare il "cinema" visto nel 2018: accadde la qualunque in quella domenica 8 aprile. Tra un caos e l'altro, fu molto bravo Cal Crutchlow, uno "abituato" ad adattarsi quando il meteo cambia e non solo. Il box LCR esplose in meritata festa. Il calendario MotoGP 2025 completo enetpulse src=https://widget.enetscores.com/FW4C91502B0A067CF3/lng/it       

Le previsioni giurano: domenica arriveranno pioggia &amp; vento a Termas, per gare condizionate dal maltempo. Chi ha sofferto il sole di Buriram, potrebbe riscattarsi

GP Argentina da allerta meteo: occasione buona per gli outsider

        Il minitour americano del Motomondiale inizia dal Sud America e pi&ugrave; precisamente dal rientrante tracciato di Termas de Rio Hondo. Assente nel 2024 causa problemi economici, come detto da tanti piloti post gara in Thailandia sar&agrave; come un tracciato nuovo per tutti, con condizioni decisamente diverse da quelle trovate a Buriram. Il paddock della MotoGP arriva in Argentina ancora senza l&rsquo;infortunato Martin e con Marc Marquez che ha messo subito le cose in chiaro dominando il weekend in Thailandia con pole, vittoria nella Sprint e vittoria nella gara lunga al suo primo fine settimana da pilota ufficiale Ducati.&nbsp;  Contiuna l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Storia, caratteristiche ed incidenti avvenuti all&rsquo;Autodromo di Termas de Rio Hondo  Con il tracciato di Buenos Aires ormai inutilizzato da diversi anni per le gare di moto, c&rsquo;era la necessit&agrave; di ridare alla popolazione argentina il suo Gran Premio, assente dal calendario dal lontano 1999, quando ancora nel Motomondiale militava l&rsquo;eroe degli argentini Sebastian Porto.&nbsp; Nel 2007 Dorna e la Federazione commissionano all&rsquo;architetto italiano Jarno Zaffelli la costruzione di un nuovo impianto per tornare ad ospitare il Motomondiale a 15 anni dall&rsquo;ultima volta. L&rsquo;Autodromo di Termas de Rio Hondo viene inaugurato ufficialmente nel 2008, le MotoGP si presentano ufficialmente nel 2013 con i primi test in previsione di una gara gi&agrave; nello stesso anno, posticipata poi all&rsquo;anno successivo per questioni politiche tra Repsol YPF e Governo Argentino. Il tracciato misura 4810 metri e consta di 14 curve, 5 a sinistra e 9 a desta. Ha una sede stradale larga 16 metri ed il suo rettilineo pi&ugrave; lungo misura 1076 metri (tra curva 4 e curva 5).&nbsp; Incidenti&nbsp; Nelle sette otto fin qui disputate del Gran Premio d&rsquo;Argentina, gli incidenti degni di nota sono tre: Rossi-Marquez nel 2015, quello fratricida Iannone-Dovizioso nel 2016 Marquez-Rossi nel 2018.&nbsp; Di quel 2015 ormai se ne sono dette di cotte e di crude, ma il contatto in Argentina &egrave; stato quello che di fatto ha creato una prima crepa nei rapporti tra Valentino Rossi e Marc Marquez. Di fatto cosa era successo: Marquez, in crisi di gomme, aveva perso tutto il vantaggio accumulato quando mancavano una manciata di giri alla fine. Alla curva 5, la destra in fondo al rettilineo, Rossi passa e c&rsquo;&egrave; un primo contatto tra i due, nel successivo cambio di direzione Marquez cade per via del contatto tra la sua ruota anteriore e la posteriore di Rossi. Il patatrac in casa Ducati del 2016 accade all&rsquo;ultimo giro con una delle pi&ugrave; classiche manovre da ultimo giro della storia: tenti l&rsquo;attacco, perdi l&rsquo;anteriore e cadi travolgendo chi stai cercando di passare. La gara &egrave; stata dominata da Marquez ma dietro di lui si &egrave; accesa una bagarre con Iannone, Dovizioso, Rossi e Pedrosa che se le sono date di santa ragione. All&rsquo;ultimo giro sembra fatta con le due Ducati sul podio, Iannone per&ograve; tenta l&rsquo;attacco a Dovizioso ma scivola e falcia il compagno di squadra. Rossi e Pedrosa ringraziano chiudendo secondo e terzo, con il povero Dovi che riesce ad arrivare al traguardo spingendo la moto.&nbsp; Il 2018 &egrave; forse pi&ugrave; eclatante perch&eacute; in partenza ne succedono di tutti i colori. Prima Miller da solo davanti e dietro tutti gli altri di parecchie file dopo il cambio gomme, poi Marquez che fa spegnere la moto e per riaccenderla la spinge contromano prendendosi ride through. Dopo il ride through Marquez si produce in una clamorosa rimonta non senza qualche toccata agli altri piloti, tra i quali Dovizioso, Aleix Espargar&ograve;, Maverick Vinales e per ultimo ancora Valentino Rossi, caduto dopo il contatto.&nbsp;  Contiuna l'articolo nella prossima pagina &nbsp; I tratti caratteristici del Circuito del GP d&rsquo;Argentina  I punti di frenata pi&ugrave; difficili del tracciato argentino sono: curva 2, breve accelerazione in uscita dalla 1 per arrivare ad una curva lenta verso sinistra, luogo di cadute (Pedrosa ne sa qualcosa, volato via nel 2017), curva 5, si arriva dopo il lungo rettilineo (1076 metri) e ci si aggrappa ai freni per impostare un tornante verso destra (il luogo del primo scontro Rossi-Marquez del 2015), curva 7-8, si esce dalla lunga curva 6 ancora attaccandosi ai freni per impostare una doppia curva ad ampio raggio molto difficile soprattutto per il freno anteriore, curva 13, la penultima del tracciato, si arriva dalla sequenza 11-12 e si stacca a moto quasi dritta per inserire una curva piuttosto lenta che immette poi sull&rsquo;ultima curva ed il traguardo.&nbsp; I punti invece dove poter superare sono: curva 1, una lunga curva verso destra, anche se non &egrave; facile perch&eacute; il rettilineo principale non &egrave; lungo e non offre tanta scia a chi &egrave; dietro; staccata di curva 5 arrivando dal lungo rettilineo (Aleix Espargar&ograve; ha finalizzato l&igrave; il suo sorpasso su Martin lo scorso anno); staccata di curva 7-8 uscendo dal complesso 5-6; e se si vuole rischiare la staccata di curva 13: se va bene ci si infila ma poi si perde in uscita (Crutchlow-Iannone 2015), se va male finisce come Iannone-Dovizioso nel 2016&hellip;&nbsp; Contiuna l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Statistiche e Record del Gran Premio d&rsquo;Argentina  Il Gran Premio d&rsquo;Argentina, che ritorna quest&rsquo;anno in calendario dopo lo stop del 2024, taglia il traguardo delle 19 edizioni, 10 disputate a Buenos Aires dal 1961 al 1999 e 8 (fino al 2023) sul tracciato di Termas de Rio Hondo. La prima edizione a Termas risale al 2014 con le vittorie di Fenati in Moto3 (prima vittoria per lo Sky Racing Team VR46), Rabat in Moto2 (poi campione a fine stagione) e Marquez in MotoGP, mentre l&rsquo;ultima, quella del 2023, ha visto i successi di Tatsu Suzuki in Moto3, Tony Arbolino in Moto2 e Marco Bezzecchi, al primo successo di carriera in MotoGP.&nbsp; Per quanto riguarda la MotoGP, Pole 2023 di Alex Marquez in 1&rsquo;43&rdquo;881 e giro veloce in gara di Marco Bezzecchi in 1&rsquo;45&rdquo;510. Resistono il Best Race Lap di Valentino Rossi del 2015 in 1&rsquo;39&rdquo;019 e l&rsquo;All Time Lap Record di Marc Marquez del 2014 in 1&rsquo;37&rdquo;683 Per quanto riguarda la Moto2, Pole 2023 e All Time Lap Record sono di Alonso Lopez in 1&rsquo;42&rdquo;472, dello spagnolo di SpeedUp &egrave; anche il giro veloce in gara in 1&rsquo;52&rdquo;191. Resiste il giro record in gara del 2022 di Celestino Vietti in 1&rsquo;42&rdquo;829&nbsp; Per quanto riguarda la Moto3, Pole 2023 di Ayumu Sasaki in 1&rsquo;48&rdquo;539 e giro veloce in gara di Jaume Masia in 1&rsquo;55&rdquo;936. Resistono il Best Race Lap di Andrea Migno del 2022 in 1&rsquo;48&rdquo;834 e l&rsquo;All Time Lap Record di Sergio Garcia sempre del 2022 in 1&rsquo;48&rdquo;429 Orari MotoGP Argentina        

Ecco tutto quello che c&rsquo;&egrave; da sapere sul rientrante circuito argentino che nel fine settimana sar&agrave; sede dell&rsquo;appuntamento numero due del Motomondiale

Tutto quello che c’è da sapere su Termas: l’analisi delle criticità per la MotoGP

        Che il V4 Yamaha fosse in cantiere era cosa ben nota da tempo, ma che da Iwata anticipassero cos&igrave; in fretta il debutto in pista (seppur negli Shakedown test) &egrave; una mossa quantomeno a sorpresa. Cos&igrave; come a sorpresa ci sar&agrave; anche Andrea Dovizioso a Sepang insieme ai titolari Quartararo e Rins e la new entry Augusto Fernandez, calatosi nell&rsquo;avventura da tester con la possibilit&agrave; di fare sei wild card durante la stagione.  Chi meglio di Dovizioso per il V4?  Seppur non guidi una MotoGP ufficialmente dal lontano 2022, Dovizioso ha l&rsquo;esperienza necessaria con questa tipologia di architettura di propulsore avendolo guidato per sette anni quando era con Ducati. Yamaha, che ha richiamato il forlivese lo scorso 20-21 agosto per i test a Misano in sostituzione dell&rsquo;infortunato Crutchlow, punta molto sull&rsquo;esperienza del Dovi con il V4 ed ha deciso di affidare proprio a lui lo sviluppo del motore destinato alla M1 dei prossimi anni.&nbsp; V4 che, secondo alcune voci del paddock, avrebbe gi&agrave; girato a Jerez a dicembre in un test privato ma era una versione molto embrionale del motore. Quella che scender&agrave; in pista a Sepang negli Shakedown test sar&agrave; una versione aggiornata e corretta rispetto a quella vista in Andalusia.       

Oltre ai titolari Quartararo e Rins ed al nuovo tester Augusto Fernandez, negli Shakedown test malesi ci sar&agrave; anche il forlivese, che avr&agrave; il compito di valutare il nuovo propulsore di Iwata

Dovizioso torna in MotoGP, insieme al V4 Yamaha in pista a Sepang

        Se ne parla da tempo. E tra rumors e notizie pi&ugrave; o meno ufficiose il passaggio della Yamaha dal motore in configurazione con i quattro cilindri in linea alla prossima bancata a V sembra ormai legato soltanto a una questione di tempi necessari per lo sviluppo e la messa in opera. La nuova configurazione del motore potrebbe debuttare gi&agrave; nei prossimi due anni: dal 2026, sfruttando le concessioni di cui gode la Casa di Iwata &ndash;&nbsp;che a differenza delle aziende europee non dovr&agrave; congelare la tipologia di propulsore nel biennio 2025-26 &ndash;&nbsp;il motore potrebbe gi&agrave; essere montato sulla M1 con cilindrata 1000 per sfruttare la stagione come fase di test interlocutoria per raccogliere dati in ottica sviluppo della versione definitiva del motore che vedremo a partire dal 2027. Passa alla prossima pagina Dal motore a carburatori al futuro V4: com'&egrave; cambiata la Yamaha? &nbsp; Yamaha: perch&eacute; passare al motore V4  Quando il regolamento MotoGP imporr&agrave; il passaggio ai propulsori di 850 cm&sup3;. A guidare questa trasformazione, che per Iwata merita di essere definita epocale considerando l&rsquo;era dei quattro tempi, sono due figure tecniche (italiane, e non giapponesi, altra ragione della portata della novit&agrave;) di spicco: Luca Marmorini e Max Bartolini. Marmorini, ex ingegnere di Ferrari e Toyota in Formula 1, e gi&agrave; collaboratore nello sviluppo del motore Aprilia per il progetto RS-GP, &egrave; entrato in Yamaha come consulente nel 2022. La sua esperienza con propulsori ad alte prestazioni ha probabilmente accelerato la riflessione sulla necessit&agrave; di passare dal &ldquo;quattro in linea&rdquo; al V4. Un&rsquo;idea che pu&ograve; cambiare volto al progetto sportivo guidato a livello tecnico da Bartolini, ex braccio destro di Gigi Dall&rsquo;Igna in Ducati, dove &egrave; stato una delle menti dietro il dominio della Rossa in MotoGP. Dalla fine dello scorso anno Bartolini &egrave; diventato il primo direttore tecnico italiano della storia della Yamaha. Con una tale potenza di fuoco, Iwata ha le conoscenze necessarie per intraprendere questa transizione tecnica. Ma perch&eacute; passare al V4? Le ragioni sono molteplici, e ci&ograve; che un tempo poteva sembrare uno svantaggio oggi rappresenta un&rsquo;arma in pi&ugrave;. Parliamo degli ingombri, in senso longitudinale, che caratterizzano l&rsquo;architettura a V del quattro cilindri. Il motore con i cilindri in linea ha infatti il vantaggio di aiutare a mantenere corte le quote del telaio pur imponendo una maggiore sezione frontale alla moto. Le sempre pi&ugrave; potenti MotoGP, figlie anche della nuova era aerodinamica, hanno visto crescere l&rsquo;interasse, un passo necessario per le mutate esigenze di stabilit&agrave; e per le nuove carenature. Ed ecco che avere un motore con ingombri longitudinali maggiori non comporta uno svantaggio, ma anzi&hellip; d&agrave; una grossa mano nella ricerca del miglior bilanciamento della moto. A questo si aggiunge che se un tempo non era vitale avere una sezione trasversale compatta (al contrario poteva riceverne un guadagno la protezione aerodinamica del pilota), oggi avere un anteriore stretto rema a favore del dimensionamento e del lavoro dei deflettori anteriori, oltre che dei soffiatori inferiori a vantaggio anche dei flussi d&rsquo;aria che, in particolare nella zona alta della carenatura (sopra lo scalino che genera effetto suolo in curva, per intenderci), scorrono dalla zona anteriore a quella posteriore della moto. Un altro fattore da tenere sott&rsquo;occhio per capire meglio i vantaggi di un V4 sono da ricercarsi nelle perdite e quindi nella ricerca di potenza. Un quattro cilindri in linea ha un albero motore lungo che poggia su cinque supporti di banco, contro i tre del pi&ugrave; compatto V4. Questo comporta minori perdite, oltre ad avere un albero pi&ugrave; corto e rigido. Inoltre, disporre di bancate a V di 90&deg; e perni sfalsati attorno al valore di 70&deg; (questa la configurazione oggi in voga), porta a un&rsquo;erogazione pi&ugrave; corposa e fluida, in abbinamento a uno scarico con layout 2-1 per coppia di cilindri. Ne hanno sentore i motociclisti che girano su strada con moto V4 o dotate di bicilindrici paralleli, di quanto l&rsquo;erogazione della coppia sia decisamente vantaggiosa sotto molti aspetti, pur non mancando di cavallerie importanti quando serve (&egrave; il caso, per esempio, dei maxi V4 di serie Ducati o Aprilia). In ultimo, un telaio pi&ugrave; stretto favorisce l&rsquo;inserimento del pilota nel corpo moto, sinonimo quindi di maggiore libert&agrave; nei movimenti in sella, poich&eacute; si sente maggiormente a suo agio nella guida al limite. A rendere realizzabile la transizione al V4 &egrave; anche il regolamento. La Yamaha, cos&igrave; come la Honda, beneficia delle concessioni, con la possibilit&agrave; di effettuare sviluppi continui al motore senza vincoli. I primi test della nuova tipologia di propulsore, quindi, per Iwata potrebbero iniziare gi&agrave; a fine 2025. Questo, come accennato all&rsquo;inizio, consentirebbe di portare in pista il nuovo V4 e testare il neonato progetto in gara, con la relativa ciclistica, e perfezionare cos&igrave; il pacchetto in vista del 2027, quando arriveranno le 850, con l&rsquo;alesaggio massimo che passer&agrave; da 81 a 75 mm.  Passa alla prossima pagina &nbsp; Yamaha: motore V4, un punto di svolta  Un buon modo per arrivare alla nuova era regolamentare in vantaggio. Il passaggio al V4 rappresenta un punto di svolta per la Yamaha, che dopo l&rsquo;uscita della Suzuki &egrave; rimasta l&rsquo;unica a seguire la tecnologia del quattro cilindri in linea, e che negli ultimi anni ha sofferto la concorrenza delle Case europee, soprattutto Ducati e Aprilia, le quali hanno scommesso sulla configurazione V4 fin da subito. La decisione di avviare questo cambiamento non &egrave; soltanto una questione di prestazioni tuttavia &egrave; inevitabile che la scelta strategica punti in primis a rimettere la M1 nel novero delle pretendenti al titolo. Con la leadership di Marmorini e soprattutto Bartolini, la Yamaha pu&ograve; affrontare questa transizione con successo. I vantaggi tecnici del V4, dall&rsquo;aerodinamica pi&ugrave; efficiente alla coppia pi&ugrave; gestibile, fino alla riduzione delle perdite interne, sono effettivamente troppo importanti per essere ignorati. Argomentazioni forti che hanno convinto Fabio Quartararo a rimanere, sebbene dal titolo conquistato nel 2021 sia iniziata una preoccupante regressione (l&rsquo;ultimo GP vinto risale ormai a 30 mesi fa, l&rsquo;ultimo podio domenicale all&rsquo;autunno 2023), accompagnata dalle continue lamentele di El Diablo, che al momento di firmare il rinnovo evidentemente non ha ascoltato soltanto il richiamo del contratto pi&ugrave; alto della MotoGP. Nel 2025, poi, la Yamaha torner&agrave; ad avere un team satellite, dopo l&rsquo;accordo firmato con Prima Pramac. Inoltre, il test team verr&agrave; rafforzato da Augusto Fernandez nel ruolo di collaudatore, visti i problemi fisici di Cal Crutchlow. E oltre allo spagnolo, chiss&agrave; che Andrea Dovizioso, uno che con i V4 ha corso e che quest&rsquo;estate ha sostituito il britannico in una sessione privata a Misano, non si possa unire allo sviluppo della prossima M1. Se la Yamaha riuscir&agrave; a completare con successo questa rivoluzione, la MotoGP assister&agrave; al ritorno della Casa giapponese ai vertici. Ovviamente non c&rsquo;&egrave; garanzia di successo immediato in quello che oggi &egrave; un palcoscenico pi&ugrave; complicato e agguerrito rispetto a soltanto 4-5 stagioni fa (la Honda e le sue tribolazioni sono l&igrave; a dimostrarlo). Quelli della Suzuki nel 2020 con Joan Mir e della Yamaha nel 2021 con Quartararo sono stati gli ultimi acuti per il &ldquo;quattro in linea&rdquo;; parliamo ormai di un&rsquo;eternit&agrave; se guardiamo a come sono cambiate le moto in pochi anni. Oggi c&rsquo;&egrave; un gap tecnico enorme da dover ricucire e con una top class sempre pi&ugrave; dominata dalla ricerca della perfezione aerodinamica, dalla gestione della coppia e dal risparmio energetico, il V4 &egrave; la risposta pi&ugrave; logica e moderna.  L'eredit&agrave; di Marc Marquez raccontata da Michele Masini       

Un cambiamento atteso ed epocale ma inevitabile per chi, nell&rsquo;era quattro tempi, ha sempre corso nel segno del &ldquo;quattro in linea&rdquo;

MotoGP: Yamaha, tutti i vantaggi del motore V4

        E&rsquo; fresca la notizia per cui il pi&ugrave; grande dei fratelli Fernandez sar&agrave; il nuovo collaudatore Yamaha Racing, affiancando l&rsquo;ormai veterano Cal Crutchlow. QUI nel dettaglio la notizia La Yamaha sta apportando molti cambiamenti interni e Augusto sembrerebbe l&rsquo;uomo giusto che pu&ograve; aiutare il team a sviluppare la moto per le stagioni future. Ricordiamo che lo spagnolo si &egrave; trovato per forza di cose senza un prototipo con cui prendere parte alla griglia 2025 dato che in Red Bull Tech3, ex GasGas, sono subentrati gli altrettanto talentuosi Enea Bastianini e Maverick Vinales.  Il benvenuto di Jarvis Dopo l&rsquo;annuncio di Augusto come tester Yamaha sono seguite le parole dell'ancora per poco, visto l&rsquo;addio dopo ventisei anni al capo della divisione corse dell&rsquo;azienda, amministratore delegato Yamaha Motor Racing: &ldquo;Sono lieto di confermare che Augusto Fern&aacute;ndez si unir&agrave; ufficialmente a Yamaha per la stagione 2025 come collaudatore Yamaha Factory MotoGP. Lo sviluppo della moto &egrave; una priorit&agrave; per Yamaha, poich&eacute; puntiamo a tornare a vincere il prima possibile. Abbiamo ingaggiato Augusto come secondo collaudatore Yamaha insieme a Cal Crutchlow.&nbsp; Purtroppo Cal non &egrave; stato in grado di svolgere tutti i suoi compiti di collaudo nel 2024 ed &egrave; diventato ovvio che dovevamo reclutare un secondo pilota per aiutarci a completare tutte le attivit&agrave; essenziali per il 2025.&rdquo; Poi continua: &ldquo;Crediamo che Augusto sar&agrave; una buona scelta sia per il test team Yamaha Factory Racing MotoGP che per la moto YZR-M1. E&rsquo; giovane e veloce, e pu&ograve; testare insieme a Cal e apprendere la metodologia speciale richiesta da un collaudatore a tempo pieno. La nostra attuale classifica delle prestazioni ci consente di sfruttare appieno il limite massimo per il programma di test. Oltre ai test, abbiamo l'idea di partecipare a un massimo di sei wild-card, e Fernandez sar&agrave; anche il pilota sostitutivo di riferimento nel caso in cui uno dei piloti del Monster Energy Yamaha MotoGP Team o i piloti del Prima Pramac Yamaha MotoGP non siano in grado di correre in qualsiasi momento nel 2025. Le numerose opportunit&agrave; di guida dovrebbero consentire ad Augusto di mantenere la sua velocit&agrave; di gara mentre procede con gli obblighi di test intensivi. Lui ha gi&agrave; iniziato a lavorare con noi fuori pista e la sua prima vera partecipazione al test sar&agrave; al test shakedown a Sepang alla fine di gennaio 2025. Nel frattempo, stiamo seguendo da vicino il miglioramento delle condizioni fisiche di Cal dopo i suoi problemi al braccio di quest'anno, e speriamo che possa tornare il prima possibile per riprendere i suoi compiti di test.&rdquo; MotoGP, Aldeguer: &ldquo;Marquez &egrave; un riferimento. Ducati? Mai dubbi&rdquo;       

La casa giapponese si sta impegnando al massimo da diverso tempo per riportare la M1 dove merita ovvero tra le migliori della griglia del motomondiale

MotoGP, Lin Jarvis: “Avevamo bisogno di un secondo collaudatore”

        Con la griglia della MotoGP 2025 ormai definita si &egrave; aperta la stagione del mercato dei collaudatori. Yamaha si &egrave; assicurata Augusto Fernandez per affiancare Cal Crutchlow mente Aprilia ha rinnovato per due stagioni Lorenzo Savadori. Pini e Lunetta: da giovani promesse a grandi speranze della Moto3  Fernandez per riportare in alto Yamaha Il campione del mondo Moto2 2022 dopo due sole stagioni di MotoGP lascia la griglia della top class del motomondiale per approdare nel test team della casa di Iwata. Augusto Fernandez dopo due stagioni di MotoGP in sella alla KTM del team Tech3 avr&agrave; nel 2025 la possibilit&agrave; di sviluppare la Yamaha M1 sia durante i test che in diverse gare &ndash; massimo 6 &ndash; grazie alle Superconcessioni di cui Yamaha dispone. Il lavoro da collaudatore Yamaha per Augusto inizier&agrave; a gennaio con i primi 3 giorni di shakedown delle MotoGP 2025 a Sepang. Fernandez sar&agrave; inoltre pilota sostitutivo sia del team Monster Energy Yamaha MotoGP che del team Prima Pramac Yamaha MotoGP. Augusto Fernandez: &ldquo;Sono molto felice e super emozionato di unirmi a Yamaha come collaudatore per il 2025. &Egrave; un grande onore far parte della famiglia Yamaha e voglio ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile tutto questo. Far&ograve; del mio meglio per aiutare Yamaha a tornare dove merita di essere. Non vedo l'ora di iniziare il nostro viaggio insieme!&rdquo;  MotoGP, Vinales e la verit&agrave;: "Se Yamaha mi avesse ascoltato, sarei campione del Mondo" Aprilia rinnova la fiducia a Savadori Proseguir&agrave; per altre due stagioni il ruolo di collaudatore per la casa di Noale di Lorenzo Savadori. &ldquo;Sava&rdquo; &egrave; legato ad Aprilia da ormai 10 stagioni con il titolo nel FIM Superstock 1000 del 2015 in sella all&rsquo;Aprilia RSV4, poi il passaggio in SBK e dal 2020 il ruolo di collaudatore per la RS-GP. Savadori proseguir&agrave; dunque per le stagioni 2025 e 2026 il lavoro fatto nelle ultime annate con il test team di Noale prendendo parte oltre che ai test anche a diverse gare come wildcard per provare in un vero weekend di gara tutte le novit&agrave; introdotte sulla RS-GP. Lorenzo Savadori: &ldquo;Sono molto felice di proseguire questa avventura e di continuare il mio lavoro insieme ad Aprilia Racing per le prossime due stagioni. Negli ultimi anni abbiamo fatto un ottimo lavoro e sono certo che continueremo a migliorare sempre di pi&ugrave;. La nostra crescita &egrave; stata costante, passo dopo passo, con un obiettivo ben chiaro sempre in mente: contribuire a portare le RS-GP ai vertici della MotoGP. Non vedo l&rsquo;ora d&rsquo;iniziare la stagione!&rdquo;  L&rsquo;Atl&eacute;tico Madrid ospita Jorge Martin per festeggiare il titolo MotoGP       

La stagione 2024 del motomondiale ha portato delle rivoluzioni, soprattutto nelle case giapponesi anche per quanto riguarda i test rider, a Noale vince la continuit&agrave;

Collaudatori MotoGP: Augusto Fernandez con Yamaha, Savadori prosegue con Aprilia

Il dominio di Ducati sembra senza fine, con 19 vittorie su 20 GP corsi in stagione la casa di Borgo Panigale &egrave; riuscita a fare meglio perfino della passata stagione dove gi&agrave; aveva scritto nuovi record.  Honda no stop: 2 giorni di test a Jerez con Bimota e Yamaha per risollevarsi    Ducati: 10 e Lode, insuperabile  Titolo mondiale costruttori praticamente mai in discussione, un dominio assoluto da parte di Ducati che con Jorge Martin, Francesco Bagnaia, Marc Marquez ed Enea Bastianini ha conquistato 19 vittorie su 20 nei Gran Premi e 17 successi su 20 Sprint, vincendo di fatto il 90% delle gare disputate nel 2024. La GP24 &egrave; stata probabilmente la miglior MotoGP dell&rsquo;era recente, segnando un solco profondissimo rispetto anche solo alla GP23 con cui Bagnaia aveva conquistato il titolo lo scorso anno. In questa stagione infatti, solo il talento di Marc Marquez ha permesso alla GP23 di conquistare tre successi e sette podi con gli altri piloti muniti della GP23 ad arrancare rispetto agli ufficiali. La Ducati Desmosedici GP24 ha riscritto la storia della MotoGP permettendo ad un pilota satellite di conquistare per la prima volta un titolo in MotoGP e contemporaneamente a Francesco Bagnaia di conquistare 11 vittorie in una sola stagione, numeri che sono un segno del dominio della casa di Borgo Panigale e che lasciano Ducati ovviamente favorita anche per i prossimi anni.    Chantra &ldquo;scioccato&rdquo; dalla potenza della MotoGP nei test di Barcellona  Continua l&#39;articolo nella prossima pagina  &nbsp;  &nbsp;  KTM: 6.5, nelle mani di Acosta  Difficile andare oltre la sufficienza per la casa austriaca che nei piani aziendali aveva segnato il 2024 come l&rsquo;anno della lotta al titolo contro Ducati. Questa lotta non solo non c&rsquo;&egrave; mai stata ma anzi, KTM ha chiuso il 2024 senza una vittoria n&eacute; in un GP (che manca da Thailandia 2022) n&eacute; tantomeno nelle Sprint dove nel 2023 era riuscita ad imporsi a Jerez e Termas de Rio Hondo. Cinque dei sei podi stagionali di KTM sono arrivati addirittura dalla RC16 &ldquo;rossa&rdquo; di Pedro Acosta, che nonostante fosse alla sua stagione da rookie ha terminato a soli due punti da Brad Binder nella classifica finale di campionato. Le difficolt&agrave; economiche della casa austriaca non lasciano peraltro ben pensare per il futuro.    MotoGP, 28 a 24: Acosta batte Marquez nel conto delle cadute  Continua l&#39;articolo nella prossima pagina  &nbsp;  &nbsp;  Aprilia: 6, Austin salva la stagione  Per Aprilia con la stagione 2024 si &egrave; chiuso un ciclo, gli addii di Maverick Vinales arrivato a met&agrave; stagione 2022 sulla moto di Noale e Aleix Espargar&ograve; che invece la RS-GP l&rsquo;ha vista evolversi fino a diventare una moto in grado di vincere dei GP hanno di fatto chiuso un era per la casa di Noale. La stagione 2024 &egrave; stata per&ograve; sotto le aspettative, soprattutto visto il grande avvio di stagione di Maverick Vinales capace di vincere la Sprint e di giocarsi la vittoria fino all&rsquo;ultimo giro con Jorge Martin in Portogallo per poi vincere sia Sprint che GP solo pochi giorni pi&ugrave; tardi ad Austin. Da allora invece Aprilia &egrave; riuscita a tornare sul gradino pi&ugrave; alto del podio solo nella Sprint di Barcellona per merito di Aleix Espargaro e conquistando solo altri 5 podi nelle Sprint. La sufficienza &egrave; figlia della vittoria di Vinales che ha &ldquo;rovinato&rdquo; la stagione perfetta a Ducati, per il 2025 a Noale visto anche l&rsquo;arrivo del Campione del Mondo Jorge Martin ci sar&agrave; da lavorare.    Cancellare il 2024: KTM riparte per ritrovare la vittoria in MotoGP  Continua l&#39;articolo nella prossima pagina  &nbsp;  Yamaha: 4, Quartararo ci prova ma arranca  Solo su un isola deserta, Fabio Quartararo ha conquistato 113 dei 124 punti nella classifica costruttori per Yamaha, la casa di Iwata &egrave; rimasta l&rsquo;ultima in MotoGP ad utilizzare un motore a 4 cilindri in linea frontemarcia (ancora per poco, manca sempre meno al debutto del V4 850cc), oltre ad essere l&rsquo;unica casa che in questo 2024 non ha potuto contare su un team satellite. Ad aggravare la situazione in questa stagione l&rsquo;assenza di Cal Crutchlow come collaudatore che ha di fatto limitato il lavoro della casa costringendo i piloti titolari a diverse sessioni di test tra un GP e l&rsquo;altro. Nonostante questo in alcune occasioni Fabio &egrave; riuscito a centrare la top5 oltre che un podio nella Sprint di Jerez poi tolto a causa dell&rsquo;irregolare pressione della gomma anteriore.    MotoGP, Quartararo inizia l&rsquo;inverno con un&rsquo;operazione al braccio  Continua l&#39;articolo nella prossima pagina  &nbsp;  Honda: 3, sempre pi&ugrave; lontani  L&rsquo;addio di Marc Marquez, unico a salvare nella passata stagione di Honda ha creato un vuoto difficilmente colmabile in una sola stagione. Johann Zarco, passato dalla Ducati del team Prima Pramac ella RC213V del team di Lucio Cecchinello &egrave; stato il migliore pilota della casa dell&rsquo;ala dorata terminando la stagione al diciassettesimo posto con soli 55 punti in campionato, di fatto due terzi di quelli accumulati da Honda (75) nella classifica costruttori. I piloti del team ufficiale Luca Marini e Joan Mir hanno chiuso rispettivamente all&rsquo;ultimo e penultimo posto della classifica mondiale (considerando solo i piloti titolari) con Pol Espargar&ograve; che con due wildcard ha raccolto solo due punti in meno di &ldquo;Maro&rdquo;. Honda in questo momento &egrave; un cantiere a cielo aperto, l&rsquo;arrivo di Aleix Espargaro e il passaggio al ruolo di collaudatore di Takaaki Nakagami probabilmente aiuter&agrave; HRC per il futuro ma il presente &egrave; tutt&rsquo;altro che positivo.   

La casa di Borgo Panigale domina la stagione e scrive una nuova pagina di storia del motomondiale, KTM e Aprilia inseguono mentre le Jap arrancano

Pagelle MotoGP: Ducati 10 e Lode, giapponesi dietro la lavagna

        Con 722 punti su 740 totali, Ducati ha monopolizzato il mondiale costruttori portandosi a casa per il quinto anno consecutivo il titolo costruttori, KTM batte Aprilia per soli 25 punti mentre le Yamaha e Honda peggiorano i risultati del 2023. Stefan Bradl saluta la MotoGP: &ldquo;Barcellona &egrave; stata la mia ultima gara&rdquo;  Ducati regina, KTM di misura su Aprilia Il dominio di Ducati sembra non essere vicino a terminare, nel 2024 la casa di Borgo Panigale ha raccolto il 97,56% dei punti (722 su 740) conquistabili nel mondiale costruttori portandosi a casa in ben 17 occasioni tutti e 37 i punti conquistabili in un weekend (di cui 14 consecutive, dal Mugello all&rsquo;ultimo GP stagionale a Barcellona). Nonostante la limitazione per test e wildcard che hanno impedito a Ducati ed a Michele Pirro di girare con pi&ugrave; libert&agrave; come negli anni precedenti, la superiorit&agrave; delle Desmosedici GP in questo 2024 &egrave; stata ancora pi&ugrave; evidente tanto che nella Sprint di Buriram le prime otto posizioni sono state occupate da tutte le Ducati in griglia. Alle spalle di Ducati si &egrave; consumato il duello per la seconda posizione con KTM che in un finale punto a punto ha avuto la meglio di Aprilia. La casa di Mattighofen ha conquistato il secondo posto nella classifica costruttori grazie soprattutto all&rsquo;apporto della RC16 &ldquo;rossa&rdquo; del team RedBull GasGas Tech3 del rookie Pedro Acosta che nella classifica iridata ha terminato a sole due lunghezze da Brad Binder (quinto e sesto in campionato). In questa stagione la casa austriaca ha conquistato 11 podi (6 nei GP&nbsp; e 5 nelle Sprint), ciononostante KTM ha conquistato 46 punti in meno rispetto alla stagione 2023 quando i podi erano stati 13 (5 nei GP e 8 nelle Sprint di cui due vittorie). Con 327 punti nel 2024 KTM ha comunque conquistato la seconda posizione nella classifica costruttori precedendo di 25 lunghezze Aprilia che si &egrave; fermata a soli 302 punti (contro i 326 del 2023). Anche la casa di Noale ha peggiorato il proprio bottino rispetto a dodici mesi fa, nel 2023 Aprilia riusc&igrave; a vincere due GP (Silverstone e Barcellona) mentre nel 2024 si &egrave; imposta solamente ad Austin con Maverick Vinales che ha fatto sua anche la Sprint americana e quella di Portimao. Aleix Espargaro si &egrave; invece imposto nella Sprint di Barcellona, ultimo pilota non Ducati a vincere una gara (sia essa Sprint o GP).  MotoGP e concessioni 2024: chi ci guadagna e chi perde Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Giapponesi lontane, restano in Fascia D Anche le case giapponesi peggiorano il proprio rendimento rispetto al 2023 con Yamaha che passa dai 196 punti della passata stagione ai 124 del 2024 e Honda che orfana di Marquez crolla dai 185 punti di dodici mesi fa agli appena 75 di quest&rsquo;anno. Se le case europee conservano la propria posizione nelle &ldquo;fasce&rdquo; delle Superconcessioni con Ducati sempre sola in Fascia A e KTM ed Aprilia in Fascia C, le case giapponesi restano le uniche a non raggiungere nemmeno il 35% dei punti (269,5 punti) necessari per salire di fascia. Le case giapponesi potranno dunque continuare a sviluppare liberamente il motore almeno fino alla pausa estiva della prossima stagione quando verr&agrave; nuovamente stilata la classifica necessaria alla valutazione delle fasce. Honda e Yamaha in questo 2024 non sono state per&ograve; ferme a guardare e si sono armate per poter migliorare e raggiungere le europee, Honda saluta Stefan Bradl come collaudatore ed accoglie Aleix Espargaro e Takaaki Nakagami che terminata la loro avventura da piloti passano a ricoprire quello di tester per HRC. Scelta simile per Yamaha che saluta Cal Crutchlow, in realt&agrave; poco utilizzato in queste ultime due stagioni tanto che quest&rsquo;anno al Mugello sulla M1 &egrave; salito anche Andrea Dovizioso, ed accoglie Augusto Fernandez che dopo sole due stagioni in MotoGP con il team Tech3 lascia la griglia per diventare collaudatore Yamaha.  GP Barcellona, Bagnaia: "Onore a Martin, ma perdere cos&igrave; non &egrave; un disonore"       

Alle spalle di Ducati la sfida tra la casa austriaca e quella di Noale va alla prima, le giapponesi restano staccate e continueranno ad avere le super concessioni

Mondiale costruttori: KTM batte Aprilia, Yamaha e Honda ancora lontane

        Due anni fa Fabio Quartararo arrivava all&rsquo;ultima gara della stagione con la possibilit&agrave; -seppure esigua - di mettere le mani sul titolo, mentre oggi il francese si affaccia all&rsquo;ultimo ballo senza grandi aspirazioni. Una sensazione che conferma anche lo stesso portacolori Yamaha.&nbsp;&ldquo;Onestamente non ho aspettative per il weekend &ndash; apre Fabio &ndash; se non la speranza di andare direttamente in Q2. Penso che con le temperature pi&ugrave; basse la nostra moto possa lavorare meglio in questa pista. Quest&rsquo;ultima non &egrave; un terreno favorevole per noi al momento, ma al contempo &egrave; ottima per svolgere marted&igrave; la giornata di test, in modo da capire quali saranno i progressi. Nel 2020 abbiamo corso qui in condizioni simili a queste, e le cose non erano andate male. La gomma anteriore sar&agrave; un tema&rdquo;.&nbsp;Dal punto di vista personale &egrave; stata la tua seconda migliore stagione in MotoGP?&nbsp;&ldquo;In termini di guida e di lavoro con la squadra &egrave; stata la migliore, ma la peggiore in termini di risultati. Ho imparato a stare calmo e a pensare sempre a come migliore la moto: ci sono stati momenti di rabbia ovviamente, ma brevi, ed il modo di lavorare &egrave; stato ottimo. Mi aspettavo che i miglioramenti fossero pi&ugrave; veloci, ma abbiamo trovato la strada giusta e dal punto di vista della guida sono riuscito a tirare fuori qualcosa in pi&ugrave;. D&rsquo;altronde &egrave; nei momenti difficili che si impara&rdquo;.  Quartararo, le concessioni e le energie I vantaggi legati alle concessioni sono stati inferiori rispetto alle aspettative?&nbsp;&ldquo;Senza le concessioni sarebbe stato un disastro. In questa stagione ci sono mancati i piloti: in pista siamo solo in due e Cal (Crutchlow ndr) ha avuto un infortunio, quindi siamo stati pressoch&eacute; senza collaudatore e quindi soli. Questo &egrave; stato il problema principale, ma nel 2025 avremo un altro team ufficiale ed un test team evoluto. Inoltre credo che la strada intrapresa da Misano 2 sia quella giusta, del resto ho mancato una sola Q2 da Misano 1. I progressi sono dietro l&rsquo;angolo, e penso che il prossimo anno saranno anche pi&ugrave; veloci&rdquo;.&nbsp;Tra gare e test sei stato in pista molto di pi&ugrave; rispetto a tanti altri piloti. Come ti senti fisicamente?&nbsp;&ldquo;Mi sento bene. Allo stesso tempo per&ograve; non vedo l&rsquo;ora che la stagione finisca: quando sei in lotta per il titolo o qualcosa di importante la stagione passa veloce, ma quando cogli risultati come i miei di quest&rsquo;anno non torni a casa particolarmente felice. Le energie comunque ci sono, e dar&ograve; il massimo fino all&rsquo;ultimo giro di marted&igrave;&rdquo;. Lorenzo: "Bagnaia un gentleman su Valencia, mi rivedo sia in lui che in Martin" | Eicma 2024        

Fabio spiega: "In pista siamo stati in due e Crutchlow si &egrave; infortunato, quindi in un certo eravamo soli. In termini di guida e di lavoro con la squadra &egrave; stata la mia miglior stagione"

GP Barcellona, Quartararo: "Senza concessioni sarebbe stato un disastro, quest’anno ci sono mancati i piloti”

        Dopo un paio di settimane di sosta post Giappone, la MotoGP &egrave; pronta per ricominciare l&rsquo;ultima fase del tour asiatico con il trittico Australia-Thailandia-Malesia prima dell&rsquo;atto conclusivo di Valencia. Martin arriva in Australia ancora leader della classifica ma con soli 10 punti di vantaggio su Bagnaia ed il ricordo non tanto dolce della gara dell&rsquo;anno scorso, chiusa al quinto posto con una gomma ormai distrutta. Dal canto suo Bagnaia ha il grande slancio della doppietta giapponese. Jorge e Pecco sono ormai gli unici due che si giocano il titolo, fuori causa Bastianini e Marquez in lotta per il terzo posto iridato.&nbsp; Il lungo tour dell&rsquo;Asia-Oceania prosegue senza sosta e nel prossimo weekend si torna su un tracciato che ai piloti piace tantissimo, soprattutto per la location nella quale &egrave; situato, ovvero il Gran Premio d&rsquo;Australia a Phillip Island. Non tutti sanno che&hellip; Per quanto sia la gara di casa degli australiani, nel corso delle 32 edizioni sono solamente 12 le vittorie aussie in tutte le classi, delle quali 6 sono di Stoner in MotoGP. Hanno vinto la gara di casa anche Doohan (3 volte), Gardner (2 volte), Miller e McCoy una volta a testa.  Storia, caratteristiche, incidenti avvenuti e titoli vinti a Phillip Island  Come successo anche con altri Gran Premi, anche quello australiano non ha avuto subito la sua sede prestabilita, tanto &egrave; vero che dopo le prime due edizioni a Phillip Island, la gara &egrave; migrata ad Eastern Creek (luogo, peraltro, dell&rsquo;incidente nel 1996 tra le due Honda ufficiali di Crivill&egrave; e Doohan) per quattro anni salvo poi tornare nel 1997 a Phillip Island e stabilirsi l&igrave; definitivamente.&nbsp; La denominazione Gran Premio d&rsquo;Australia &egrave; stata usata per la prima volta nel 1914 e anche negli anni successivi si disputavano competizioni semi-locali con quella denominazione. La gara entra ufficialmente nel calendario del Motomondiale soltanto nel 1989, un anno dopo essere entrata in quello Superbike.&nbsp; Situato sull&rsquo;omonima isola di Phillip Island nella Regione di Victoria, il tracciato di Phillip Island &egrave; stato costruito nel 1956. Prima della costruzione effettiva del tracciato, nel 1931 si disputava una gara motociclistica su un tracciato sterrato nei pressi di quella che &egrave; oggi la pista. Tra la fine degli anni 70 e l&rsquo;inizio degli anni 80 gli impianti del tracciato caddero in abbandono, nel 1985 viene ristrutturato ed ammodernato. Dopo le gare del 1989 e 1990, nel 1995 viene annunciato il ritorno del Motomondiale sul tracciato a partire dal 1997. Le caratteristiche Phillip Island misura 4,45 km e consta di 12 curve, 5 a destra e 7 a sinistra, la sede stradale &egrave; larga 13 metri ed il rettilineo principale &egrave; lungo 900 metri. Si tratta di un circuito altamente spettacolare posto su un terreno ondulato sul ciglio di una scogliera, formato da un continuo susseguirsi di curve veloci e di ampio raggio spezzato solo da due tornantini, dove si possono ammirare audacissimi sorpassi. L'unico rettilineo degno di nota, quello dei box, &egrave; in discesa e vi si raggiungono velocit&agrave; di punta molto elevate. Caratteristici i vari tratti vicini al mare, suggestivi e amati dai fotografi di tutto il mondo. Da segnalare la costante presenza di gabbiani nell'area del circuito, che spesso rappresentano un rischio di impatto per i concorrenti (Andrea Iannone ne sa qualcosa) Incidenti Al netto delle varie cadute sia al tornante di curva 4 (Crutchlow nel 2014) che a quello di curva 10 (Marquez nel 2014 e 2016), degni di nota sono gli incidenti del 2018 con protagonisti Marquez e Zarco in curva 1 e quello dell&rsquo;anno successivo tra Petrucci e Quartararo alla curva 2 del primo giro.&nbsp; 28 ottobre 2018, appuntamento 17 su 19 di quella stagione. Quinto giro di gara, curva 1. Johann Zarco, in lotta con Marquez ed una Ducati Pramac, viene spinto leggermente fuori pista e, risucchiato dalla scia di chi era davanti, tampona Marquez volando nella ghiaia.&nbsp; 27 ottobre 2019, appuntamento 17 su 19 di quella stagione. Primo giro di gara, curva 2. E&rsquo; un incidente piuttosto particolare nella sua dinamica: a met&agrave; della curva 2, Quartararo va largo e prova a tenere la moto per non andare nell&rsquo;erba, Petrucci, che era dietro, fa highside e con il corpo prende la moto del francese facendolo cadere. 20 ottobre 1996, Eastern Creek, ultima gara della stagione. Tra Crivill&egrave; e Doohan succede tutto all&rsquo;ultimo giro. Prima un contatto tra i due nel tentativo di sorpasso dello spagnolo, poi al tornante di curva 9 l&rsquo;attacco decisivo che porta alla caduta di entrambi. Crivill&egrave; e Doohan ripartono chiudendo rispettivamente sesto ed ottavo. Titoli vinti&nbsp; Phillip Island in un paio di occasioni &egrave; stata teatro di vittorie di titoli iridati: Valentino Rossi nel 2004 al primo anno con Yamaha dopo aver vinto la gara davanti a Gibernau e Casey Stoner con la Honda nel 2011 dopo aver vinto la gara davanti ai suoi compagni di team e marca Andrea Dovizioso e Marco Simoncelli (ultimo podio in carriera per il Sic)&nbsp;  I tratti caratteristici del tracciato australiano  Phillip Island &egrave; un tracciato piuttosto particolare, un misto di curvoni veloci ad ampio raggio e due tornanti molto lenti che spezzano il ritmo del giro. I punti di frenata pi&ugrave; difficili sono: Southern Loop, staccata molto difficile e bisogna stare cuciti al cordolo; Honda Corner, uno dei due punti lenti del tracciato e luogo di contatti e cadute (Aleix Espargar&ograve; e Pedrosa ne sanno qualcosa, anche Crutchlow nel 2014 &egrave; caduto in quel punto); curva 10, lenta come la 4 e luogo di cadute (Marquez nel 2014 e 2016). I punti di sorpasso invece sono: Doohan Corner, facile per&ograve; il controsorpasso; Southern Loop, copia-incolla della Doohan; Honda Corner; Siberia, lunga sinistra; Lukey Heights, la lunga sinistra che precede il tornante di curva 10; curva 10, altro punto di sorpasso come la 4. Statistiche e record del Gran Premio d&rsquo;Australia  Come abbiamo visto in precedenza, due sono le piste sulle quali si &egrave; disputato il Gran Premio, Phillip Island ed Eastern Creek, per un totale di 34 edizioni contando quella che si disputer&agrave; nel prossimo fine settimana. Phillip Island &egrave; stata teatro di 28 edizioni, Eastern Creek di 6. La gara &egrave; stata assente in due occasioni dal calendario, 2020 e 2021 per via della pandemia da Covid-19 Il primo Gran Premio d&rsquo;Australia del Motomondiale risale al 1989: successi di Alex Crivill&egrave; in 125, Sito Pons in 250 e Wayne Gardner in 500.&nbsp; La prima gara disputata ad Eastern Creek risale invece al 1991: successi di Loris Capirossi in 125, Luca Cadalora in 250 e Wayne Rainey in 500 L&rsquo;ultima edizione, quella dello scorso anno, ha visto i successi di: Deniz Oncu in Moto3, Tony Arbolino in Moto2 e Johann Zarco in MotoGP.&nbsp; Il pilota pi&ugrave; vincente in Australia &egrave; Valentino Rossi con 8 successi (2 in 250, 6 in 500/MotoGP), segue Casey Stoner con 6 trionfi tutti in MotoGP e consecutivi dal 2007 al 2012. Per quanto riguarda la MotoGP, Pole 2023 ed All Time Lap Record sono di Jorge Martin in 1&rsquo;27&rdquo;246, giro veloce in gara &egrave; di Jorge Msrtin in 1&rsquo;28&rdquo;823 mentre resiste il giro record in gara di Marc Marquez del 2013 in 1&rsquo;28&rdquo;108 Per quanto riguarda la Moto2, Pole 2023 ed All Time Lap Record sono di Fermin Aldeguer in 1&rsquo;31&rdquo;888, giro veloce in gara di Tony Arbolino in 1&rsquo;45&rdquo;698 (pista bagnata) mentre resiste il giro record in gara di Tom Luthi del 2019 in 1&rsquo;32&rdquo;609 Per quanto riguarda la Moto3, la Pole 2023 &egrave; di Ayumu Sasaki in 1&rsquo;36&rdquo;539, giro veloce in gara di Deniz Oncu in 1&rsquo;51&rdquo;997 (gara bagnata), resistono il giro veloce di Miller del 2014 in 1&rsquo;36&rdquo;302 e l&rsquo;All Time Lap Record dello stesso Sasaki del 2022 in 1&rsquo;35&rdquo;854. Orari MotoGP Australia        

Ecco tutto quello che c&rsquo;&egrave; da sapere sul tracciato australiano, che nel prossimo weekend ospiter&agrave; l&rsquo;appuntamento numero sedici del Motomondiale

Phillip Island: l’analisi delle criticità per la MotoGP

        Ormai non &egrave; pi&ugrave; un secreto, la Yamaha R9 sta per arrivare e sostituir&agrave; la YZF-R6 sia nel listino che nelle competizioni, la nuova tre cilindri di Iwata avr&agrave; il compito di non far rimpiangere l&rsquo;ultima seicento. Bernardi torna in SBK: occasione ad Estoril con Motoxracing La prima Supersport Era l&rsquo;autunno del 1998 quando Yamaha tolse i veli alla Yamaha YZF-R6, una moto rivoluzionaria per il settore delle Supersport che fino a quel momento era comandato da sportive con finalit&agrave; pi&ugrave; turistiche come la Yamaha YZF 600 Thundercat e la Honda CBR 600 F. Una moto pensata per il neonato Mondiale Supersport con una ciclistica affilata ed un motore che nella sua prima versione raggiungeva 120 CV a 13.000 giri/min, numeri che per l&rsquo;epoca segnarono una vera e propria rivoluzione. Non a caso il titolo arriv&ograve; subito nella stagione 2000 grazie a J&ouml;rg Teuchert sulla YZF-R6 del team Alpha Technik Yamaha, il tedesco gi&agrave; nella stagione del debutto della nuova moto di Iwata nel 1999 centra il successo ad Albacete e all&rsquo;A1 Ring (oggi Red Bul Ring). Nella stagione del titolo Teuchert conquista il mondiale davanti a Paolo Casoli su Ducati 748 grazie a due successi e quattro podi in undici gare.  SBK: ad Estoril primo match point per Toprak, Bulega e Bautista spalle al muro La rivincita dopo il digiuno Tra il 2003 e il 2008 il WorldSSP ha visto il team Ten Kate dominare in lungo e in largo vincendo sei titoli consecutivi con la Honda, Yamaha per tornare al successo nel 2008 aggiorna, a pochi anni dalla presentazione della &ldquo;terza serie&rdquo;, la propria R6. Un nuovo telaio pi&ugrave; rigido ed un telaietto posteriore in magnesio aiutano a migliorare l&rsquo;agilit&agrave; della moto con il motore che sale a 129 CV. Il 4 cilindri di Iwata introduce i cornetti d&rsquo;aspirazione ad altezza variabile YCC-I&nbsp;(Yamaha Chip Controlled Intake). Yamaha torna a conquistare il titolo Supersport nel 2009 grazie a Cal Crutchlow, nel 2011 con Chaz Davies e nel 2013 con Sam Lowes. Tre titoli che riportano la Yamaha YZF-R6 tra le protagoniste indiscusse della Supersport.  SSP, da MV Agusta a Yamaha: nuova avventura per Bahattin Sofuoglu L&rsquo;ultima vera Supersport Nel 2016 la Yamaha R6 riceve l&rsquo;ultimo vero importante aggiornamento, cambia tutta l&rsquo;estetica ora pi&ugrave; simile alla R1, come gi&agrave; fu per la prima serie nel 1999, migliora il coefficiente aerodinamico e la distribuzione del peso anche se il telaio di fatto resta il medesimo del precedente modello. Dalla R1 la &ldquo;seicento&rdquo; di Iwata non eredita solo le linee ma anche le sospensioni Kayaba da 43 e l&rsquo;impianto frenante con dischi freno che ora passano a 320mm di diametro sempre morsi da pinze a quattro pistoncini ad attacco radiale. L&rsquo;aggiornamento porta con se anche e soprattutto grandi novit&agrave; dal lato elettronico con l&rsquo;aggiunta del Traction Control regolabile su sei livelli d&rsquo;intervento ed il cambio elettronico oltre la possibilit&agrave; di regolare diverse mappature per meglio adeguarsi ad ogni stile e tipo di guida. Il nuovo modello &egrave; subito scelto dalla maggior parte dei team del mondiale Supersport che trovano nella casa di Iwata l&rsquo;ultima casa a credere realmente nella classe di mezzo rendendo nel corso degli anni tra il 2017 e il 2021 il mondiale di fatto un monomarca Yamaha. Sei titoli mondiali ed altrettanti costruttori consecutivi con Lucas Mahias, Sandro Cortese, Randy Krummenacher, Andrea Locatelli e la doppietta di Dominique Aegerter a sugellare la fine dell&rsquo;era delle &ldquo;seicento&rdquo; prima dell&rsquo;arrivo delle Next Gen. Con l&rsquo;arrivo soprattutto della Ducati Panigale V2, diversi team hanno abbandonato le &ldquo;vecchie&rdquo; Supersport per sposare la nuova filosofia delle Next Gen. Solo Ten Kate e EvanBros con Stefano Manzi e Valentin Debise sono riusciti ad impensierire le nuove Supersport con le R6, spingendo Yamaha a sviluppare anch&rsquo;essa una Next Gen la Yamaha R9 che dalla prossima stagione sar&agrave; al via del WorldSSP ponendo fine all&rsquo;era durata 20 anni della Yamaha R6, l&rsquo;ultima vera Supersport.  SSP300, Buis e KTM ancora insieme a caccia del titolo       

Con l&rsquo;arrivo della nuova R9, la seicento di Iwata lascer&agrave; le competizioni dopo 25 stagioni di successi e venti titoli mondiali tra piloti e costruttori

Addio Yamaha R6, l’ultima vera Supersport

        Ne restano soltanto due a giocarsi il Mondiale, Martin e Bagnaia. E&rsquo; questo lo scenario che porta il Motomondiale verso il GP del Giappone che ha visto Bastianini e Marquez, gli altri due contendenti, uscire di scena nella gara lunga e tornare a oltre -70 punti da Martin, vincitore del GP di Indonesia dopo il suo zero nella Sprint. Bagnaia tra Sprint e gara lunga recupera solamente 3 punti allo spagnolo. Il secondo appuntamento del tour asiatico &egrave; un&rsquo;altra venue ormai storica del Motomondiale, il Gran Premio del Giappone sul Twin Ring di Motegi&nbsp; Non tutti sanno che&hellip;&nbsp; Il Gran Premio del Giappone &egrave; entrato in calendario ufficialmente soltanto nel 1963 ma &egrave; stato assente per ben 20 anni a causa del ritiro dalle competizioni di Honda e Suzuki nel 1968. Dal 1962 al 1967 era la gara conclusiva della stagione ma non vi prendevano parte n&eacute; la classe 500 e nemmeno i sidecar.&nbsp; La gara, oltre che a Suzuka, si &egrave; svolta anche al Fuji nel biennio 1966-1967 per poi tornare in pianta stabile sempre a Suzuka dal 1987 al 2003, anno dell&rsquo;incidente mortale di Kato.  Storia, caratteristiche e mondiali vinti al Twin Ring Motegi  Come abbiamo visto anche per altri Gran Premi che hanno cambiato spesso sede, cos&igrave; &egrave; stato anche per il Gran Premio del Giappone che si &egrave; disputato a Suzuka e Fuji per poi stabilirsi definitivamente a Motegi dal 2004. Prima che diventasse ufficialmente sede del Gran Premio del Giappone, Motegi &egrave; stato sede del Gran Premio del Pacifico dal 2000 al 2003. Con l&rsquo;incidente mortale di Kato a Suzuka nel 2003, l&rsquo;iconica pista a forma di 8 viene rimossa dal calendario per motivi di sicurezza (tutt&rsquo;oggi viene disputata la mitica 8h di Suzuka dell&rsquo;Endurance oltre alle gare asiatiche) per far spazio alla pi&ugrave; sicura Motegi&nbsp; Il Twin Ring Motegi &egrave; stato costruito ed inaugurato nel 1997 dalla Honda, tutt&rsquo;ora proprietaria della pista, sede dei test delle moto della Casa dell&rsquo;Ala. Si chiama Twin Ring perch&eacute; &egrave; un complesso che contiene due circuiti: lo stradale di 4801 metri utilizzato dal Motomondiale e dalle gare asiatiche, e l&rsquo;ovale di 2493 metri utilizzato per le gare automobilistiche. Il tracciato stradale di Motegi misura 4,8 km, ha una larghezza di 15 metri, il rettilineo pi&ugrave; lungo misura 762 metri, le curve sono 14, 8 a destra e 6 a sinistra. Per la MotoGP sono previsti 24 giri, 22 quelli della Moto2 e 20 quelli della Moto3. Pista titolata&nbsp; Da quando &egrave; nel calendario del Motomondiale, la pista di propriet&agrave; della Honda &egrave; stata teatro di cinque vittorie del titolo ottenute da tre piloti: 2007 Stoner, 2008 Rossi, 2014-2016-2018 Marquez&nbsp; 23 settembre 2007, il GP del Giappone &egrave; l&rsquo;appuntamento 15 di 18 previsti in quella stagione. Stagione praticamente dominata da Stoner con la Ducati, Rossi con la Yamaha pu&ograve; poco contro lo strapotere della GP7 in mano all&rsquo;australiano. Con il sesto posto ottenuto in gara, Casey si laurea per la prima volta campione del mondo piloti e con lui fa festa anche Ducati che centra il titolo MotoGP appena quattro anni dopo dal suo debutto 28 settembre 2008, il GP del Giappone &egrave; l&rsquo;appuntamento 15 di 18 previsti in quella stagione. Stagione vissuta tutta sul duello tra Rossi e Stoner per il titolo iridato e che si risolve a Motegi con vittoria e titolo per il Dottore a tre gare dalla fine del campionato. Titolo festeggiato con la solita maglia celebrativa &ldquo;Scusate il ritardo&rdquo; e dedicato poi alla memoria di Norick Abe, morto l&rsquo;anno prima in un incidente stradale&nbsp; 12 ottobre 2014, il GP del Giappone &egrave; l&rsquo;appuntamento 15 di 18 previsti in quella stagione. Stagione clamorosa di Marquez con 10 vittorie nelle prime 10 gare. Dopo la vittoria a Silverstone, seguono due passaggi &ldquo;a vuoto&rdquo; a Misano ed Aragon, prima della vittoria matematica del titolo proprio a Motegi grazie al secondo posto alle spalle di Lorenzo 16 ottobre 2016, il GP del Giappone &egrave; l&rsquo;appuntamento 15 di 18 previsti in quella stagione. Stagione che vede Marquez pi&ugrave; ragionatore rispetto alla stagione precedente, poche vittorie ma tanti piazzamenti. Il titolo arriva ancora in Giappone come nel 2014 ma questa volta gli viene servito su un piatto d&rsquo;argento grazie al doppio harakiri Yamaha: infatti Rossi e Lorenzo si auto eliminano dalla gara a 13 giri di distanza l&rsquo;uno dall&rsquo;altro.&nbsp; 21 ottobre 2018, il GP del Giappone &egrave; l&rsquo;appuntamento 16 di 19 previsti in quella stagione. Stagione che vede Marquez pi&ugrave; carico che mai dopo il duello per il titolo con Dovizioso finito solo alla gara di Valencia. A Motegi ancora una volta chiude i conti per il titolo con tre gare di anticipo vincendo la gara davanti a Crutchlow e Rins.  I tratti caratteristici del tracciato giapponese  La conformazione della pista di Motegi &egrave; abbastanza particolare: presenta 5 rettilinei, dei quali quello pi&ugrave; lungo &egrave; quello situato tra curva 10 e curva 11 che misura 762 metri ed ha una seconda parte in discesa, il tornantino lento di curva 10 e due punti che pi&ugrave; o meno si somigliano: curva 1-2 e curva 3-4. I punti di frenata pi&ugrave; difficili sono: curva 1-2, doppia destra piuttosto lenta dopo il rettilineo dei box che va raccordata in una unica traiettoria; curva 3-4, assomiglia per tipologia alla prima curva ed anch&rsquo;essa va raccordata; curva 5, una destra abbastanza impegnativa, facile sbagliare la traiettoria in uscita; curva 10, l&rsquo;unico tornante vero della pista giapponese, facile perdere l&rsquo;anteriore in frenata; curva 11, la destra in fondo al lungo rettilineo, facile andare lunghi. I punti, invece, di sorpasso sono: curva 1-2, arrivando dal rettilineo principale sfruttando la scia; curva 3-4, arrivando dall&rsquo;allungo fuori da curva 2; curva 5, arrivando dall&rsquo;allungo fuori da curva 4; curva 9, la sinistra che immette al breve allungo per curva 10; curva 10, si pu&ograve; fare ma &egrave; facile subire l&rsquo;incrocio di traiettoria; curva 11, sfruttando la scia del lungo rettilineo; per la classica chance da ultimo giro le curve 13-14 (Dovi-Marquez 2017 insegnano)&nbsp;  Statistiche e record del Gran Premio del Giappone  Come abbiamo detto in apertura, il Gran Premio nella terra del Sol Levante si disputa in via ufficiale dal 1963, &egrave; stato assente per quasi 20 anni e non si sono disputate le edizioni del 2020 e 2021 (come del resto la 8h di Suzuka) per via della pandemia da Covid 19. Con quella di quest&rsquo;anno, sono 41 le edizioni della gara cos&igrave; suddivise: 19 a Suzuka, 2 al Fuji, 20 a Motegi.&nbsp; Il primo Gran Premio del Giappone valevole per il Mondiale risale al 1963 a Suzuka: vittorie di Luigi Taveri in classe 50 (Honda), Frank Perris in 125 (Suzuki), Jim Redman in 250 (Honda). Redman vinse anche la 350 ma non valeva per il Mondiale. L&rsquo;ultima gara disputata a Suzuka risale proprio a quel tragico 6 aprile 2003 segnato dall&rsquo;incidente di Kato: vincono Stefano Perugini in 125, Manuel Poggiali in 250 e Valentino Rossi in MotoGP. La prima gara disputata a Motegi risale al 1999: successi di Masao Azuma in 125, Shinya Nakano in 250 e Kenny Roberts Jr in 500 L&rsquo;ultima edizione, quella dello scorso anno, ha visto i successi di: Jaume Masia Moto3, Somkiat Chantra in Moto2 e Jorge Martin in MotoGP Per quanto riguarda la MotoGP, Pole 2023 e All Time Lap Record sono di Jorge Martin in 1&rsquo;43&rdquo;198, di Johann Zarco il giro veloce della gara in 1&rsquo;55&rdquo;903 (pista bagnata)&nbsp; Per quanto riguarda la Moto2, Pole 2023 e All Time Lap Record sono di Somkiat Chantra in 1&rsquo;49&rdquo;898 mentre il nuovo record della pista in gara &egrave; dello stesso thailandese in 1&rsquo;50&rdquo;679 Per quanto riguarda la Moto3, la Pole 2023 &egrave; di Jaume Masia in 1&rsquo;56&rdquo;331 cos&igrave; come l&rsquo;All Time Lap Record in 1&rsquo;56&rdquo;148. Il nuovo record della pista in gara &egrave; di Tatsuki Suzuki in 1&rsquo;57&rdquo;064. Orari MotoGP Giappone       

Ecco tutto quello che c&rsquo;&egrave; da sapere sul tracciato giapponese, dove nel fine settimana del 4-6 ottobre si svolger&agrave; il sedicesimo appuntamento del Motomondiale

Motegi: l’analisi delle criticità per la MotoGP

        Per la terza volta in questo 2024 ritroveremo Remy Gardner sulla griglia di partenza di MotoGP, questa volta nel Gran Premio del Giappone. In quella che &egrave; la prova di casa per Yamaha &egrave; stata voluta la presenza dell&rsquo;australiano che fino ad oggi aveva partecipato ai GP di Germania e Gran Bretagna. Dopo il Sachsenring e Silverstone, Gardner metter&agrave; la propria esperienza e la propria sensibilit&agrave; a disposizione della Casa nipponica a Motegi, considerando che il collaudatore Cal Crutchlow &egrave; ancora fermo. "Questa wild card accelerer&agrave; gli sforzi di Yamaha"  Kazutoshi Seki, responsabile del team di test Yamaha Factory Racing, ha spiegato cos&igrave; il ruolo di Gardner: &ldquo;Lo sviluppo della moto &egrave; al centro di ogni mossa Yamaha quest'anno. Gli ingegneri stanno lavorando duramente e sono pienamente convinto che questa wild card accelerer&agrave; gli sforzi di Yamaha per sviluppare parti prototipo e aumentare le prestazioni della moto&rdquo;. L&rsquo;australiano rappresenta una figura importante in questo momento per la Casa di Iwata: &ldquo;Gardner ha gi&agrave; testato con successo elementi prototipo per la M1 in due occasioni all'inizio di quest'anno, quindi la sua precedente esperienza lo rende una scelta logica in assenza di Cal Crutchlow a causa di un infortunio&rdquo;.  L'emozione di Gardner in vista dell'appuntamento che lo attende  Gardner pu&ograve; approfittare cos&igrave; del weekend di pausa nel calendario Superbike, tra il round di Aragon appena disputato e quello di Estoril, per non lasciarsi sfuggire questa occasione: &ldquo;Sono davvero emozionato. Andare in Giappone e correre per un produttore giapponese in MotoGP di fronte ai tifosi giapponesi sar&agrave; qualcosa di speciale. &Egrave; bello che Yamaha mi abbia chiesto di tornare. Hanno chiaramente la sensazione che io porti qualcosa al programma di sviluppo, quindi spero che potremo avere un altro weekend produttivo&rdquo;. Da venerd&igrave; guider&agrave; nuovamente la M1, al fianco dei due piloti ufficiali Fabio Quartararo e Alex Rins, affinch&eacute; Yamaha ritrovi al pi&ugrave; presto la competitivit&agrave;. GP Giappone MotoGP 2024: orari e programmazione Sky e TV8       

L&rsquo;australiano dar&agrave; il suo contribuo allo sviluppo della M1, in attesa che torni Cal Crutchlow, e correr&agrave; cos&igrave; il suo terzo GP stagionale

MotoGP, in Giappone correrà anche Remy Gardner con Yamaha

        In attesa dell'annuncio di Augusto Fernandez, che sembra possa diventare il nuovo collaudatore ufficiale Yamaha per il progetto MotoGP, la Casa giapponese ha dovuto fare i conti con una stagione 2024 decisamente complicata dal punto di vista dello sviluppo. Nonostante le super concessioni, infatti, il colosso nipponico ha dovuto fare a meno del tester attuale, Cal Crutchlow, a causa di un infortunio di quest'ultimo e di un periodo di recupero molto pi&ugrave; lungo e difficile rispetto a quanto non sembrasse. Per questo, al fianco dei piloti titolari Fabio Quartararo e Alex Rins, a salire in sella alla M1 in diverse sessioni di test tra il Mugello e Misano &egrave; stato Andrea Dovizioso, il quale potrebbe rivelarsi pi&ugrave; prezioso del previsto per il marchio del Sol Levante vista la sua grande esperienza, come dimostra anche la sua presenza al box nella giornata di test post-GP sulla pista romagnola. SBK: il round di Cremona ancora "in forse" per Razgatlioglu Dovizioso, una risorsa in pi&ugrave; per Yamaha  Ad evidenziare l'importanza di una figura come quella di Andrea Dovizioso all'interno di Yamaha in un periodo cos&igrave; importante e ricco di lavoro &egrave; stato il capo del team Factory, Massimo Meregalli, il quale ha confermato che il forlivese salir&agrave; nuovamente sulla M1 nei prossimi mesi. &ldquo;Abbiamo in programma un test importante nel mese di novembre a Jerez de la Frontera e, se Cal Crutchlow non dovesse essere disponibile, cosa abbastanza probabile, abbiamo gi&agrave; chiesto a Dovi di essere con noi&rdquo;. &ldquo;La prima impressione avuta su di lui &egrave; stata davvero molto buona, perch&eacute; ha lavorato bene sia in sella che a stretto contatto con i piloti titolari, buttandosi a capofitto all'interno del progetto&rdquo;, prosegue Meregalli. &ldquo;E' molto analitico e, pi&ugrave; che un pilota, Andrea sembra un ingegnere. Per questo, il suo apporto pu&ograve; essere davvero importante&rdquo;. Il team Toll Racing torna al TT: al via dell'edizione 2025 con Victor Lopez       

Dopo aver girato al Mugello e a Misano, Andrea torner&agrave; in azione con la M1 anche a Jerez de la Frontera, risultando particolarmente prezioso per la Casa di Iwata

MotoGP: Dovizioso ancora in pista con Yamaha come collaudatore “extra”

        Tra le Case che hanno maggior bisogno di effettuare test per tornare nelle posizioni di vertice in MotoGP c'&egrave; chiaramente la Yamaha, che pur avendo fatto qualche piccolo passo in avanti &egrave; ancora ben lontana dalla vetta. Nei test a Misano, Fabio Quartararo ha testato diverse novit&agrave; sulla M1, soprattutto in ottica 2025, ma anche il nuovo dispositivo di comunicazione tra piloti e team. Ecco cosa ha detto a riguardo, evidenziando anche l'utilit&agrave; di una figura come quella di Andrea Dovizioso all'interno della squadra. Test Misano, Honda esplora l'effetto suolo: ecco la nuova carena Quartararo: &ldquo;Le comunicazioni via radio? Utili in caso di pericolo&rdquo;  &ldquo;La comunicazione mentre si sta in moto &egrave; un aspetto non semplice, perch&eacute; spesso con il rumore del motore &egrave; difficile sentire e, in pi&ugrave;, ci sono punti del tracciato in cui avere delle voci nelle orecchie potrebbe risultare pericoloso, come nei curvoni pi&ugrave; veloci o nelle staccate pi&ugrave; impegnative&rdquo;, ha spiegato Fabio con chiarezza. &ldquo;Avevo testato anche a Valencia un dispositivo simile, ma qui l'ho utilizzato in un time attack e posso dire che si tratta di un esperimento ancora da perfezionare e che pu&ograve; diventare utile, specialmente per segnalare eventuali situazioni di pericolo&rdquo;. &ldquo;Onestamente non credo che le comunicazioni radio possano stravolgere le gare, perch&eacute; casi come quello di Martin che &egrave; rientrato quando tutti sono rimasti in pista dipendono molto dal pilota&rdquo;, prosegue il francese. &ldquo;Il team pu&ograve; anche dirti di rientrare, ma per quanto mi riguarda se tutti gli altri restano in pista continuo a marcarli, non provo ad inventarmi qualcosa di alternativo che potrebbe non funzionare&rdquo;. Moto2: Joe Roberts e il team American Racing ancora insieme nel 2025 &ldquo;Le novit&agrave; renderanno migliore la moto 2025&rdquo;  Quartararo ha poi parlato dei test veri e propri, visto che la M1 presenta diverse novit&agrave;: &ldquo;Abbiamo provato un nuovo motore e alcune nuove soluzioni, tra cui un nuovo telaio che abbiamo gi&agrave; utilizzato anche durante il Gran Premio. Al momento &egrave; difficile dire se le novit&agrave; siano delle effettive migliorie non avendo percorso molti chilometri, ma abbiamo anche un nuovo comando del gas e ora la risposta &egrave; diversa, pi&ugrave; diretta, perci&ograve; occorrer&agrave; abituarsi. Si tratta di aspetti che, comunque, renderanno pi&ugrave; competitiva la moto 2025&rdquo;. &ldquo;Avere Dovizioso nel box &egrave; sicuramente utile. Con Cal Crutchlow ancora assente a causa dei suoi problemi fisici che lo stanno tenendo lontano dalla pista, Andrea rappresenta un punto di riferimento vista la sua comprovata esperienza in MotoGP con numerose moto e i suoi consigli posso essere utili per migliorare la M1&rdquo;, ha concluso il campione del mondo 2021. Rookies Cup: Alvaro Carpe conquista il titolo a Misano, paura per Quiles       

Fabio ha provato il nuovo sistema di comunicazione con il box: &ldquo;Comunicare in moto non &egrave; semplice. Dovizioso? La sua presenza in Yamaha pu&ograve; essere utile&rdquo;

Test Misano, Quartararo: “Team radio? Potenzialmente utili, ma da perfezionare"

Assente dal calendario iridato dal 2022, il tracciato vicino al deserto di Alcaniz fa il suo ritorno ospitando la gara numero 12 del Mondiale con Bagnaia in testa alla classifica con 5 punti di vantaggio su Jorge Martin dopo la doppietta austriaca di due settimane fa.  Aragon &egrave; pista amica sia di Bagnaia (prima vittoria in MotoGP proprio ad Aragon nel 2021 dopo un duello con Marquez) che anche dello stesso Marquez che ha trionfato 5 volte in Top Class sul tracciato spagnolo.  Non tutti sanno che&hellip;&nbsp;  Il tracciato di Aragon &egrave; entrato nel calendario del Motomondiale nel 2010 in sostituzione della prova ungherese sul Balatonring prevista per quella stagione in quanto il circuito magiaro non era ancora pronto e omologato. Fun fact: nonostante gli anni di permanenza in calendario, Aragon &egrave; uno dei tracciati di riserva del Motomondiale nel caso di ritiro di altri circuiti.    Storia, caratteristiche, incidenti e gare epiche ad Aragon   Prima di arrivare alla costruzione del MotorLand Aragon &egrave; doveroso fare un piccolo (mezzo secolo) passo indietro nella storia delle competizioni motoristiche nella Comunit&agrave; dell&rsquo;Aragona e pi&ugrave; precisamente nella citt&agrave; di Alcaniz. Nel 1965 tal Joaquin Ripolles ha organizzato il primo Gran Premio della Citt&agrave; di Alcaniz sull&rsquo;indimenticabile tracciato urbano conosciuto come Circuito Guadalope, teatro di incredibili e grandissime gare. Grazie a questi eventi, il tracciato urbano di Alcaniz &egrave; diventato un punto di riferimento emblematico nella costruzione dei tracciati cittadini.  Nei primi anni 90 veicoli sempre pi&ugrave; potenti impongono misure di sicurezza sempre pi&ugrave; grandi che limitano l&rsquo;attivit&agrave; del tracciato e rendono difficile agli organizzatori ospitare eventi top, da qui l&rsquo;idea di costruire un nuovo complesso motoristico per mantenere la correlazione tra Alcaniz ed il motorsport. Le ultime competizioni sul tracciato urbano di Alcaniz si tengono nel 2003.&nbsp;  MotorLand Aragon  Nel 2005, appena due anni dopo l&rsquo;ultima gara disputatasi sul Circuito Guadalope, iniziano i lavori per la costruzione del complesso del MotorLand Aragon, che al suo interno comprende un parco tecnologico, l&rsquo;area sportiva con il circuito di velocit&agrave; (diversi layout), la pista da gokart e gli sterrati, e l&rsquo;area culturale.  Le piste di gokart e gli sterrati vengono completate nel 2006 mentre per il circuito di velocit&agrave; ci vorranno altri tre anni (2009). Il tracciato principale &egrave; stato disegnato dall&rsquo;architetto tedesco Hermann Tilke con la consulenza tecnico-sportiva dell&rsquo;ex pilota di Formula 1 Pedro de la Rosa.  Il complesso spagnolo insieme all&rsquo;Autodromo Internacional do Algarve di Portimao sono gli unici tracciati europei che al loro interno hanno anche un hotel.  Le caratteristiche del tracciato  Lungo originariamente 5344 metri e con 18 curve, negli ultimi anni &egrave; stato accorciato fino a portarlo alla lunghezza attuale di 5077 metri e 17 curve, 7 a destra e 10 a sinistra. Il rettilineo pi&ugrave; lungo misura 968 metri e la sede stradale &egrave; di 15 metri.  Incidenti  Quando si pensa ad Aragon gli incidenti che vengono subito in mente sono sostanzialmente tre: Pedrosa nel 2013 causato da Marquez, il volo di Lorenzo nel 2018 e il crash multiplo alla partenza nel 2022&nbsp;  29 settembre 2013, Aragon &egrave; la prova 14 della stagione. Marc Marquez sta inseguendo Daniel Pedrosa suo compagno di box e Jorge Lorenzo, leader della gara. Quinto giro di gara, staccata della chicane del Muraglione. Marc allunga la frenata per provare a passare Pedrosa in mezzo alla variante ma per una questione di sfortuna trancia il cavo del traction control della moto di Dani che appena apre il gas in uscita vola per aria.&nbsp;  23 settembre 2018, Aragon &egrave; la prova 14 della stagione. Pronti, via e&hellip;Jorge Lorenzo vola per aria all&rsquo;uscita della prima curva con un bruttissimo highside e procurandosi una lussazione e microfrattura dell&rsquo;alluce del piede destro.&nbsp;  18 settembre 2022, Aragon &egrave; la prova 15 della stagione. Succede tutto nel primo giro: prima Quartararo colpisce Marquez piantatosi davanti a lui, poi &egrave; Nakagami a colpire lo stesso Marc e finire fuori gara.&nbsp;  Gare memorabili  Aragon negli anni ha regalato comunque un buon numero di gare da ricordare: 2014 con la battaglia per il podio tra Crutchlow ed Aleix Espargar&ograve;, 2015 il bellissimo duello Rossi-Pedrosa, 2019 la rimonta di Dovizioso, 2021 il duello Bagnaia-Marquez e 2022 con il duello Bastianini-Bagnaia  28 settembre 2014, Aragon &egrave; la prova 14 della stagione. Una gara completamente stravolta dalla pioggia, che ha visto cadere sia Pedrosa che Marquez e con Lorenzo primo al traguardo davanti ad Aleix Espargar&ograve; che brucia Cal Crutchlow proprio sul traguardo.  27 settembre 2015, Aragon &egrave; la prova 14 della stagione. La stagione, gi&agrave; di per s&eacute; memorabile, viene resa ancor pi&ugrave; memorabile da grandi duelli in quel di Aragon. Marquez vola per terra subito al primo giro alla staccata del Muraglione lasciando campo libero a Lorenzo, dietro di lui Rossi e Pedrosa se le danno di santa ragione. A vincere il duello sar&agrave; lo spagnolo, con il Dottore terzo.  22 settembre 2019, Aragon &egrave; la prova 14 della stagione. Mentre la gara &egrave; dominata da Marc Marquez, &egrave; Andrea Dovizioso a dare spettacolo. Partito dalla decima casella, il Dovi li passa tutti fino a Miller e Vinales per prendersi la seconda posizione&nbsp;  12 settembre 2021, Aragon &egrave; la prova 13 della stagione. Gli ultimi tre giri di gara sono un inno al motociclismo, un duello a colpi di sorpassi e contro sorpassi tra Bagnaia e Marquez in punti impossibili. All&rsquo;ultimo giro Marquez ci prova ben tre volte ma finisce sempre largo, soprattutto alla staccata della 12 lasciando via libera a Bagnaia per la sua prima vittoria in MotoGP  18 settembre 2022, Aragon &egrave; la prova 15 della stagione. Esattamente come l&rsquo;anno prima, gli ultimi giri sono puro spettacolo tra Bastianini e Bagnaia fino al sorpasso decisivo di Enea su Pecco in curva 7, difendendosi poi fino al traguardo.    I tratti caratteristici del tracciato dell&rsquo;Aragona   Aragon, all&rsquo;interno del calendario 2024, &egrave;, insieme ad altre 5 piste (Sachsenring, Indonesia, Valencia, Austin, Australia), un tracciato con prevalenza di curve a sinistra (10) contro le sole 7 a destra, ci&ograve; implica che la parte sinistra della gomma &egrave; molto pi&ugrave; sollecitata rispetto alla destra.  I punti di staccata pi&ugrave; difficili sono: curva 1 venendo dal rettilineo principale, curva 3, non semplice la staccata arrivando dalla 2, curva 5, si rischia di andare larghi, curva 7, la cui uscita &egrave; leggermente in salita, curva 8-9, curva 12, la staccata del Muraglione, curva 14, la variante che immette sul lungo rettilineo opposto a quello dei box.  I punti, invece, dove poter portare un attacco, sono: curva 1 sfruttando la scia di chi &egrave; davanti ma con il rischio di andare larghi, curva 3 e curva 5, stando molto interni si pu&ograve; passare ma si sacrifica molto l&rsquo;uscita, curva 7, curva 12, la staccata del Muraglione ma il rischio &egrave; finire larghi in uscita, curva 14, la variante prima del lungo rettilineo e curva 16 per gli attacchi disperati dell&rsquo;ultimo giro.  Statistiche e record del Gran Premio di Aragona   Come dicevamo in precedenza, il GP di Aragona &egrave; entrato in calendario nel 2010 e con quella di quest&rsquo;anno sono solamente 14 le edizioni della gara sul tracciato vicino alla citt&agrave; di Alcaniz.  L&rsquo;edizione di debutto, quella del 2010, ha visto i successi di Pol Espargar&ograve; in 125, Andrea Iannone in Moto2 e Casey Stoner in MotoGP. L&rsquo;ultima edizione, quella del 2022, invece, ha visto i trionfi di Izan Guevara in Moto3, Pedro Acosta in Moto2 ed Enea Bastianini in MotoGP.  Per quanto riguarda la MotoGP, Pole 2022 e All Time Lap Record sono di Pecco Bagnaia in 1&rsquo;46&rdquo;069 mentre il nuovo record in gara &egrave; di Luca Marini in 1&rsquo;47&rdquo;795.  Per quanto riguarda la Moto2, la Pole 2022 &egrave; di Augusto Fernandez in 1&rsquo;51&rdquo;888 con il giro veloce in gara di Pedro Acosta in 1&rsquo;52&rdquo;484. Resistono l&rsquo;All Time Lap Record (1&rsquo;51&rdquo;296) e il Best Race Lap (1&rsquo;51&rdquo;730) di Sam Lowes del 2020&nbsp;  Per quanto riguarda la Moto3, la Pole 2022 &egrave; di Izan Guevara in 1&rsquo;57&rdquo;868 mentre il nuovo giro record in gara &egrave; di Deniz Oncu in 1&rsquo;57&rdquo;896. Resiste l&rsquo;All Time Lap Record di Jorge Martin del 2017 in 1&rsquo;57&rdquo;066.  MotoGP Orari Aragon 

Ecco tutto quello che c&rsquo;&egrave; da sapere sul tracciato spagnolo, rientrante nel calendario iridato, che nel weekend ospita il dodicesimo appuntamento del Motomondiale

Aragon: l&rsquo;analisi delle criticit&agrave; per la MotoGP

        Aragon &egrave; pronta ad ospitare la dodicesima tappa del motomondiale, su un tracciato che nelle ultime due edizioni ha visto prevalere la bandiera italiana grazie ai successi di Bagnaia, nel 2021 e di Bastianini, nel 2022. Un layout entrato nel calendario del motomondiale relativamente da poco tempo, per la precisione nel 2010 e che ha visto trionfare nelle prime due edizioni Casey Stoner, il pi&ugrave; abile ad interpretare da subito al meglio il nuovo circuito e protagonista assoluto nel biennio 2010\2011. Nel 2010 l'australiano vinse su Jorge Lorenzo e Daniel Pedrosa, per poi ripetersi l'anno successivo, quando batt&egrave; nell'ordine Daniel Pedrosa, Jorge Lorenzo e Marco Simoncelli. MotoGP orari, GP Aragon 2024: programmazione Sky e TV8 Casey Stoner e Jorge Lorenzo alle spalle di Marc Marquez Con due successi Stoner &egrave; appaiato a Jorge Lorenzo al secondo posto della classifica dei piloti pi&ugrave; vincenti di sempre sul tracciato aragonese, un sigillo in pi&ugrave; di Daniel Pedrosa, il quale riusc&igrave; ad imporsi nel 2012 battendo la concorrenza di Jorge Lorenzo e Andrea Dovizioso; e Alex Rins, vittorioso nel 2020 al termine di un bel duello con Alex Marquez con Joan Mir terzo. Un successo a testa anche per i sopracitati Bagnaia e Bastianini; il campione del mondo in carica vinse la sua prima gara di carriera battendo Marc Marquez dopo una bagarre all'ultima curva, mentre l'anno successivo il riminese beff&ograve; proprio Bagnaia per soli 42 millesimi. Due vittorie come detto anche per Jorge Lorenzo, che nel 2014 s'impose su Aleix Espargar&ograve; e Cal Crutchlow e nel 2015 su Daniel Pedrosa e Valentino Rossi. Il pi&ugrave; vincente di sempre ad Aragon &egrave; Marc Marquez, vincitore in ben cinque edizioni: nel 2013 e nel 2016 ai danni di Jorge Lorenzo, nel 2017 su Daniel Pedrosa ed infinel nel 2018 e 2019 battendo Andrea Dovizioso.&nbsp;  Moto2, Vietti e SpeedUp: annuncio dietro l'angolo per il 2025       

Nelle ultime due stagioni il gradino pi&ugrave; alto del podio ha parlato italiano. Casey Stoner fu il primo ad imporsi&nbsp;

La MotoGP verso la Spagna: i piloti più vincenti di sempre ad Aragon

        Lavori in corso in casa Yamaha, e non potrebbe essere altrimenti. Il 2024 si sta rivelando un&rsquo;altra annata difficile per la casa di Iwata, spesso e volentieri nelle retrovie nonostante piloti talentuosi come Alex Rins e Fabio Quartararo, con quest&rsquo;ultimo che ha voluto prolungare la sua fiducia nel marchio giapponese anche e soprattutto grazie all&rsquo;arrivo di Massimo Bartolini.&nbsp;A Misano Yamaha &egrave; scesa in pista per un due giorni di test particolare, dato che al fianco dei titolari Quartararo e Rins &egrave; entrato in pista anche Andrea Dovizioso, nei panni di collaudatore nonch&eacute; sostituto dell&rsquo;infortunato Cal Crutchlow. Il forlivese ha dunque provato le novit&agrave; portate da Yamaha, a cominciare da una nuova carena &ndash; in foto &ndash; che risulta ad occhio nudo diversa dalla precedente. Nuova carena e novit&agrave; di motore (?)  Diversa in particolare la parte anteriore, decisamente pi&ugrave; stretta, esattamente come &ndash; di conseguenza &ndash; la presa d&rsquo;aria centrale, molto meno pronunciata rispetto alla precedente versione utilizzata anche in Austria. Differenze anche nella parte lateriale, con tre sfoghi sopra il gradino al posto di una sola, in linea con quanto mostrato in questi mesi da Aprilia.&nbsp;Le novit&agrave; per&ograve; potrebbero non essere terminate qui, dato che pi&ugrave; di uno tra i presenti a Misano ha riferito come la M1 di Dovizioso suonasse in maniera molto differente rispetto a quelle dei compagni di marca, il che farebbe pensare ad un importante aggiornamento di motore.&nbsp;Occorre anche ricordare per&ograve; che il forlivese ha utilizzato lo scarico pi&ugrave; lungo e pi&ugrave; alto, gi&agrave; mostrato in precedenza da Yamaha, che di per s&eacute; altera ovviamente il canto del motore. Non resta dunque che attendere il GP di Aragon, per capire se Yamaha porter&agrave; le sue novit&agrave; subito in gara, oppure preferir&agrave; attendere. MotoGP: Rossi e Dovizioso di nuovo insieme in pista, nel segno di Yamaha        

Il forlivese ha avuto a disposizione una M1 laboratorio, munita di una diversa aerodinamica e - pare - di un aggiornamento di motore&nbsp;

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